La pasticceria siciliana è un giardino di delizie e in questo metaforico vivaio spiccano i “cartocci siciliani fritti” che, troneggiando nei bar, sono mangiati a tutte le ore del giorno a partire dalla colazione. D’altronde, basta dire ricotta e nell’immaginazione di tutti appare la sagoma della nostra Sicilia, i cui dolci, in maggioranza, hanno come base questo pastoso ingrediente.
Curiosità
Chi sapeva che queste morbide e ripiene bontà si chiamassero, anche, macallè? Cominciamo a indagare sull’etimologia: le sue origini si legherebbero alla omonima e più popolosa città del nord dell’Etiopia, capoluogo del Tigré, che appare nel titolo di un romanzo di Andrea Camilleri “La presa di Macallè“, un romanzo ambientato nel 1935 durante la guerra d’Etiopia, che si svolse tra il 3 ottobre 1935 e il 5 maggio 1936. Ma che c’entra, starete pensando, tutto ciò con il dolce? Con un po’ di fantasia si potrebbe immaginare che qualche siciliano, stregato, dalla bellezza di una ragazza del luogo, ritornato in Trinacria, avesse inventato questa liccumaria, ricordando la città in cui aveva lasciato il cuore.
Il cartoccio o macallè, che si presenta come una spirale, simbolo universale d’amore e di crescita, dorato, grazie alla frittura, ripieno di ricotta o crema gialla e spolverizzato di zucchero, già nella forma è un inno alla vita e all’energia che connette l’universo. Da tutta questa “poesia”, ma il cibo lo è all’ennesima potenza, avrete capito che ne sono pazza e non vedo l’ora di darvi la ricetta, anzi, eccovela.
Ingredienti per 20 macallè alla ricotta
- 500 g di farina manitoba di tipo 00
- 250 g di latte tiepido
- 10 g di lievito di birra
- 50 g di strutto o burro
- 150 g di zucchero semolato
- 1 uovo
- sale q.b.
- olio di semi di arachidi per friggere
- cilindri di alluminio
- carta forno
Per la farcia:
- 1 kg di ricotta vaccina, di pecora o mista
- 400 g di zucchero
Procedimento:
1. Setacciate la ricotta, aggiungete lo zucchero e mescolate fino ad ottenere una farcia omogenea. Coprite con pellicola e ponete in frigorifero.
2. Setacciate la farina, aggiungete il lievito di birra, sciogliendolo nel latte tiepido, e versatelo al centro della farina.
3. Aggiungete lo zucchero, lo strutto e impastate fino ad ottenere un impasto omogeneo.
4. Sbattete un uovo, versatelo nell’impasto e aggiungete il sale.
5. Impastate fino a quando il composto sarà liscio e omogeneo; formate una palla e fate riposare per un’ora a temperatura ambiente, coprendola con un telo, pellicola o una ciotola.
6. Nel frattempo con la carta forno fate 20 rettangoli di 15×7 cm, dividete l’impasto in 20 parti, da circa 50 g ognuno, e fate delle palline.
7. Ponetele su un piano, coprite con pellicola, e fate lievitare.
8. Ungete, intanto, con poco strutto o burro ogni cilindro di alluminio e, appena le palline saranno lievitate, ponetele una per una sul piano, sgonfiatele e ricavatene un cilindro lungo circa 40 cm. Avvolgetele attorno al rullo di alluminio e avvicinate le spire l’una all’altra.
9. Sistemate ogni cartoccio su un rettangolo di carta forno, coprite con pellicola e fate lievitare fino a che raddoppino.
10. In un tegame alto scaldate l’olio, che deve essere molto caldo, e immergete i cartocci uno alla vota con tutta la carta forno, che si staccherà da sola durante la cottura.
11. Ottenuta la giusta doratura, scolateli su carta assorbente da cucina e, da tiepidi, passateli nello zucchero semolato, rimuovete il cilindro di metallo e tenete da parte. Ripetete l’operazione.
12. Per farcire da entrambi i lati aiutatevi con un sac à poche.
E che il viaggio nel gusto abbia inizio.