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Bontà in cucina

Il pesce stocco alla messinese: una tradizione venuta da lontano

martedì 4 Giugno 2024
pesce stocco alla messinese

Protagonista nel nostro racconto e dell’immancabile ricetta, oggi, è il “pesce stocco alla messinese“, a cui si legano tantissime curiosità e pure un proverbio, che recita: “sciroccu, malanova e piscistoccu, a Missina non mancunu mai”.

Curiosità sul pesce stocco

Fu l’arcivescovo svedese, Olao Magno, vissuto a cavallo tra il XIV e XV secolo, a cui era stata affidata la chiesa di Santa Brigida, principessa svedese, eretta a Roma nel XIV, con un piccolo libro da lui scritto, a destare curiosità intorno al pesce stocco: “Un pesce detto merlusia, essiccato ai venti fressi che li mercanti germani barattano con cervogia, grano e legno”.

Dai mari del nord, bastimenti a vela adibiti al trasporto del pesce stocco, essiccato dai venti freddi delle isole Lofoten e chiamato in quelle terre lontane “Gadus Morrhua”, in breve tempo raggiunsero Veneto, Liguria, Campania e Sicilia. Nella città dello Stretto, in cui attraccavano centinaia di navi di ogni nazionalità, nonostante un mare pescosissimo, il pesce stocco divenne simbolo della cucina locale al punto da far nascere, intorno alla zona del porto, li putii di manciari”, in cui erano clienti fissi  li “scaricaturi i pottu”, consapevoli che un pasto simile gli avrebbe dato l’energia per affrontare la giornata.

Con il terribile terremoto del 1908, questa tradizione culinaria, venuta da lontano, ma divenuta messinese, sembrò scomparire e, invece, qualche anno, ecco apparire un piroscafo carico di pesce stocco che divenne uno dei simboli culinari della città.

Ricetta del pesce stocco alla messinese

Ingredienti

  • 1 chilo di pesce stocco ammollato al naturale
  • 1 chilo di patate
  • passata di pomodoro
  • concentrato di pomodoro
  • 2 cipolle grosse
  • 2 costole di sedano
  • olive verdi in salamoia q.b
  • capperi sottosale q.b.
  • sale q.b.
  • pepe nero q.b.
  • peperoncino q.b.
  • olio extravergine di oliva

Procedimento

1.Tagliate finemente le cipolle, denocciolate le olive, dissalate e tagliuzzate i capperi e il sedano.

2.Mettete tutti gli ingredienti, con abbondante olio, in una casseruola a soffriggere a fuoco moderato.

3.Aggiungete il concentrato di pomodoro, diluito con un po’ d’acqua, un cucchiaino di zucchero, la passata di pomodoro, sale e pepe, lasciando cuocere per circa un’ora.

4.Nel mentre, sbucciate le patate, tagliatele e rosolatele in una padella con olio evo, fate a tranci il pesce stocco, dopo averlo lavato e asciugato, ponetelo con la pelle rivolta verso il basso,  sulle patate rosolate.

5.Durante la cottura aggiungete i capperi, le restanti olive e lasciate cuocere con un coperchio per circa 15 minuti.

Chiudiamo con Napoli in cui lo stoccafisso e il baccalà vengono considerati con una certa simpatia, a patto che non si montino la testa; infatti l’espressione “ ‘O fieto d’o stocco “ ricorda il proverbio, diffuso in tutto il Sud, secondo cui: “chiamala come vuoi, ma sempre cucuzza, cioè, zucchina resta”.

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