Via dalle pressioni e dai malumori interni. Salire sul primo aereo, dimenticare il passato e riscrivere un nuovo capitolo. Una visione forse un po’ romantica ma che descrive bene il periodo alquanto turbolento del Palermo.
La squadra di Eugenio Corini torna a viaggiare e la destinazione questa volta è Genova. La fortezza da conquistare è il Ferraris, storicamente uno dei campi più ostici ma che negli ultimi mesi sembra aver perso la capacità di intimorire chiunque vi si avvicini. Alla ricerca della quinta vittoria consecutiva lontano dal Barbera, i rosa sono chiamati a confermare gli ottimi risultati finora ottenuti fuori casa. Il “talismano” trasferta potrebbe tornare utile proprio nella fase più delicata della stagione. Il “tour de force” casalingo non sembra essere iniziato nel migliore dei modi: un solo punto in due partite. Un bottino veramente magro in ottica vetta. Per laurearsi tra i primi della classe i rosanero non possono permettersi altri bruschi inciampi.
Se la sfida con il Lecco ha fatto storcere il naso e rimesso in dubbio alcune certezze, in serie B c’è comunque chi se la passa peggio. Tra panchina corta, problemi societari, zona playout, mal di pancia e delusioni la Sampdoria è una pentola a pressione pronta a esplodere. Pirlo in fondo ne era consapevole: prendere per mano un club appena retrocesso dalla massima serie è sempre complesso e rinascere dalla proprie ceneri richiede un progetto solido e compatto alle spalle. L’ex Juve adesso inizia a sentire il fiato sul collo. Prima i siciliani e poi il Modena potrebbero rivelarsi le ultime fermate. Il possibile cambio di passo, con un tecnico nuovo di zecca sulla panchina blucerchiata, pende sulla testa del tecnico coma una spada di Damocle. Un’idea, quest’ultima, avvalorata dalle notizie circolate in settimana: Matteo Manfredi presto assumerà i pieni poteri e la presidenza del club e nuovi investitori sarebbero già alla porta. L’aria di rinnovamento è dunque sempre più forte e nulla vieta che possa invadere anche lo spogliatoio, affidandolo a una nuova guida. Un organico con tante individualità di spessore ma che in campo cela in realtà un undici alle prese con preoccupanti blackout che, il più delle volte, ne hanno compromesso i risultati finali. I gol di Borini non bastano e Pirlo non è ancora riuscito a trovare una risposta adeguata ai tanti campanellini di allarme e alle evidenti lacune.
La corsa al riscatto è dunque affollata e in tanti si presenteranno ai nastri di partenza. Sotto i riflettori ci saranno, indubbiamente, due vecchie conoscenze di viale del Fante: La Gumina e Verre. Il classe 96′ è un palermitano doc, nato e scresciuto nel vivaio rosanero, emigrato lontano dalla propria terra in cerca di fortuna. L’attaccante questa estate sembrava vicino al “rimpatrio”. Solo rumour e nulla di più. Una sorte simile è toccata anche al secondo. Le strade di Verre e il Palermo si erano ricongiunte a gennaio. Un amore che sembrava pronto a rivivere una seconda giovinezza ma la storia non ha avuto il tanto atteso lieto fine: partito con l’idea di piantare radici nel capoluogo siciliano, il legame con il passare dei mesi si è sgretolato, fino ad arrivare al mancato riscatto e il ritorno in casacca blucerchiata. Del classe ’94 è rimasto solo l’indelebile gol da centrocampo contro il Frosinone. Corini non ha mai trovato la giusta continuità nel calciatore, quella sicurezza che gli garantisse novanta minuti pieni. Una visione totalmente opposta a quella di Pirlo. L’ex rosa è ora una pedina importante e occupa una posizione più congeniale alle sue caratteristiche tecniche. Altro ex del match è Kasami, con la maglia rosanero nella stagione 2010-2011.
“Vogliamo trasformare la delusione in energia“. Il mister di Bagnolo Mella è stato chiaro in conferenza stampa. La tensione per uno dei match clou di questa dodicesima giornata è difficile da nascondere. Le aspettative sono alte. La tifoseria attende una risposta e una prova di carattere esattamente come dopo la sconfitta di misura con il Cosenza, alla quale seguirono i tre successi di fila. Da cosa ripartire? Proprio dell’abbraccio di squadra al centro del campo, al termine del match contro gli uomini di Bonazzoli. Al di là delle malelingue, il gruppo ha dimostrato ancora una volta di essere compatto. Riscoprire questa solidità potrebbe rivelarsi l’arma in più per affondare un avversario attualmente alla sbando.
Ma non solo. Dov’è finita la difesa rocciosa e colonna portante dei primi incontri stagionali? La metà dei gol totali subiti sono arrivati solo per mano di Spezia e Lecco. Lucioni e, soprattutto, Ceccaroni, nella lettura tattica, sono apparsi più sofferenti e lenti del solito e sia a destra sia a sinistra non hanno trovato il giusto sostegno da Mateju e Lund. Disattenzioni, come è avvenuto con i lombardi, che hanno permesso agli ospiti di essere spesso in superiorità in zone nevralgiche del campo. Chissà che non sia arrivato il momento di rivedere Buttaro in campo e dal primo minuto Aurelio. Gli esterni sono proprio le due componenti sulle quali il “Genio” cercherà di spingere di più. Escluso Mancuso, il cui ruolo naturale è più quello di centrale o seconda punta, pochi sono i risultati ottenuti fino ad oggi. Insigne e Di Francesco vantano al momento un solo centro a testa e nessun assist fornito. Le occasioni non sono mancate ma l’impatto apportato, numeri alla mano, non è quello che certamente ci si aspettava. Valente è appena tornato disponibile dopo l’infortunio, Di Mariano è ancora ko. Le qualità certamente non mancano. Il tempo renderà giustizia e darà modo al reparto offensivo rosanero di rilanciarsi. O almeno questa è la speranza.