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La doppia vita delle opposizioni tra Roma e Sicilia. Cosa cambia passando dal governo centrale arrivando a quello regionale

sabato 28 Luglio 2018

Nell’attuale quadro politico le opposizioni, a ben considerare, vivono sempre di più oggi  in quel luogo del “possibile” in cui si vanno ad arenare i discorsi non prima di aver galleggiato, più o meno costruttivamente, in una zona indefinita che oscilla tra lo sfogatoio e l’azzardo concettuale su contenuti spesso improbabili.

Il sistema, sono sempre gli altri, e gli altri, per dirla con Umberto Tozzi, siamo noi. Un pantano della rappresentanza da cui non si esce, se non sporadicamente e in maniera confusa.

Prendiamo, per esempio, il doppio parametro di riferimento della politica nazionale e di quella siciliana.

A Roma governa un blocco atipico costituito da due partiti ieri anti-sistema e oggi ampiamente costituenti il nuovo sistema. La dura vita delle opposizioni, in questo caso, sta finendo di schiantare i reduci del Pd e quelli del berlusconismo.

Si assiste a mortificate e passive reazioni di fronte ai sondaggi dell’elettorato (due terzi) che, tornando a votare, rafforzerebbero l’attuale blocco, finendolo probabilmente per trasformarlo da patto o contratto di governo, ad alleanza condivisa su basi sempre più comuni.

Nulla nasce, neanche all’orizzonte, e il contenitore neocentrista che potrebbe mettere insieme renziani di scoglio e di acqua dolce con gli eredi del Cavaliere è al momento sotto naftalina.

E in Sicilia?

Il quadro è diametralmente opposto. Non passa giorno che i 5stelle, con il leader di riferimento Giancarlo Cancelleri, non guadagnino almeno un titolo forte sui giornali che consenta lustro e visibilità, mentre persino il Pd di Sicilia, afono politicamente da quasi un anno, trova nell’attività del gruppo parlamentare all’Ars di Lupo e Cracolici, una sponda efficace su cui costruisce una dignitosa presenza.

Altra differenza tra Roma e la Sicilia riguarda per la verità Forza Italia, boccheggiante e di doppia cifra elettorale border line da Roma in su, ma ancora ben strutturata in Sicilia.

L’estate politica 2018 si nutre  di questi piccoli contenziosi di logica e campo d’azione politica. Dopo, a carte mescolate, ed entrando nel vivo dei problemi, vedremo quanto di questo quadro sarà cambiato.

 

 

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