Tra i primi piatti che conducono all’estasi gustativa c’è di sicuro la “pasta con i ricci di mare“.
Questo frutto meraviglioso ha, addirittura, ispirato “La Sirena“, il bellissimo racconto di Giuseppe Tomasi di Lampedusa in cui il senatore e professore, nonché emerito ellenista, Rosario La Ciura, racconta al giovane cronista de “La Stampa”, Paolo Corbèra, che, appena ventenne, ritiratosi per studiare in una casa al mare di un amico, si ritrova a vivere una sublime avventura d’amore con la sirena Lighea, figlia di Calliope.
La sensualità simbolica dei ricci di mare diventano metafora del sesso femminile che “come tutti i doni del mare donano la morte e l’immortalità”. Una immaginifica pagina che richiama all’erotismo con al centro la Sirena del titolo, l’unica creatura che il professore abbia mai amato e a cui, volontariamente, andrà a ricongiungersi.
Cibo e letteratura, un binomio sorprendente. Dopo questa suggestione, andiamo alla ricetta.
Ingredienti per 6 persone:
- 600 g di spaghetti
- 60/70 ricci di mare
- 2 spicchi d’aglio
- 1/2 bicchiere di vino bianco
- 1 mazzetto di prezzemolo
- olio extravergine d’oliva
- sale e pepe q.b.
Procedimento:
1. Tagliate i ricci di mare e raccogliete con delicatezza le uova in una ciotola.
2. In padella, in abbondante olio bollente, soffriggete l’aglio tritato privato del germoglio, quando sarà imbiondito aggiungete qualche cucchiaio di uova di ricci, sfumate col vino e togliete la padella dal fuoco.
3. Nel frattempo lessate gli spaghetti in acqua salata e scolateli al dente.
4. Versateli in padella, aggiungete le uova di ricci rimanenti, prezzemolo tritato e pepe abbondante. Servite subito.
Viva la pasta con i ricci, il nostro mare, almeno nei libri non sempre Monstrum, e le Sirene che lo abitano.