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Il provvedimento

Liste d’attesa mina vagante, il rischio che i manager non possono correre

lunedì 13 Maggio 2024
Non mancano le criticità nella sanità siciliana. Lo sanno bene i nuovi dirigenti, freschi di nomina, eppure già in discussione.
A normativa vigente infatti i nuovi manager rischiano la revoca dell’incarico, anche solo dopo il primo anno di contratto, se non si atterranno al pieno rispetto del Piano regionale in merito all’abbattimento delle liste d’attesa, approvato dal governo nel luglio dell’anno scorso.
Lo ha reso noto stamattina la giunta, su proposta del presidente della Regione Schifani, a proposito della procedura di nomina dei nuovi direttori generali delle aziende del Servizio sanitario regionale che potrà concludersi, quindi, solo dopo la predisposizione dei nuovi schemi di contratto che saranno definiti dall’assessorato della Salute sulla base delle direttive formulate oggi.

Le azioni annunciate dopo il monitoraggio trimestrale e verifica annuale

Per abbattere le liste d’attesa la Regione ha previsto che, per ogni direttore generale e in relazione alla situazione registrata in ciascuna azienda, saranno fissati specifici e concreti obiettivi relativi all’abbattimento dei tempi per l’accesso alle cure e alle prestazioni sanitarie. Verrà introdotta, inoltre, rispetto al passato, una verifica annuale sul raggiungimento degli obiettivi individuati oltre a un costante monitoraggio a cadenza trimestrale, effettuato attraverso i dipartimenti regionali Pianificazione strategica e Attività sanitarie, per garantire ai pazienti tempestività di accesso alle cure.
Il mancato rispetto degli obiettivi specifici, concreti e misurabili, che verranno definiti in sede assessoriale per il superamento delle criticità relative ai tempi di attesa per le prestazioni ambulatoriali e di ricovero, comporterà l’immediata risoluzione del rapporto di lavoro già dopo la verifica al primo anno di contratto.

La situazione

Al 31 dicembre scorso il sistema sanitario ha registrato un abbattimento delle liste di attesa, dell’88,2% per i ricoveri e del 92,7% per le prestazioni ambulatoriali, ma buona parte dei risultati è stato dovuto ad un’azione di pulizia, ossia, cancellando visite effettuate per “vie traverse” dai pazienti che si sono dovuti arrangiare, tra cui nella sanità privata o cancellando le prestazioni di chi ha rinunciato persino a curarsi.
Oggi, il numero effettivo delle prestazioni non è stato dato dalla Regione, e nonostante i grossi contributi dati alle strutture private convenzionate, e non pubbliche, per prenotare esami, visite specialistiche si rischia di aspettare più di un anno.
Anche il SovraCUP, che avrebbe dovuto aiutare alla gestione delle prenotazioni, non è ben funzionante. Il dirigente del Dipartimento Pianificazione Strategica Salvatore Iacolino ha affermato che a giugno il sistema dovrebbe entrare in pieno regime.
Chi non può permettersi di eseguire visite e interventi presso strutture private è costretto ad attendere i tempi infiniti della sanità pubblica, rischiando di veder peggiorare le proprie condizioni di vita.

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