Cronaca vera di un caro voli natalizio.
Fortunato (nome di fantasia ma scelto appositamente così magari gli cambiamo il karma e nella prossima vita rinasce a Como), il 10 novembre, sia pure con notevole ritardo rispetto alla tempistica del bravo emigrato al nord, decide di acquistare il volo per rientrare a casa in Sicilia per le feste di Natale (QUI) Si è appena verificato un concentrato di sfighe: non parte dagli aeroporti di Milano e di Roma (quindi non può avere accesso allo sconto previsto dal governo regionale), non può aspettare che le compagnie aeree accettino l’invito della Regione ad applicare la scontistica, e lavora (o studia) fino al 21 dicembre. Ergo i costi dei voli sono inversamente proporzionali alla sua fortuna.
ALLA RICERCA DEL VOLO
Lui, il nostro Fortunato, con tanta pazienza e un corno rosso enorme accanto al computer clicca alla ricerca del volo più economico Bologna-Catania il 22 dicembre. Sta cercando un mese e mezzo prima quindi spera che le tariffe non siano troppo alte. Ma il karma accumulato da generazioni di siciliani doc non mente: i voli diretti variano dai 204 delle low cost ai 318 di Ita. Lui non si lascia spaventare dai primi click e non si arrende fin quando non trova l’occasione.
IL VOLO DEL FUORI SEDE
Così lo trova: il volo del fuori sede. Bologna-Catania low cost a 55 euro. Però c’è un ma…. Il diavolo si sa sta nei dettagli. Scopre infatti che lo scalo è a Sofia (capitale della Bulgaria) e che ha la durata di 18 ore e 55 minuti (tempo che deve aggiungersi a quello dei voli) L’aereo infatti parte il 22 dicembre alle 22.35 da Bologna, atterra a Sofia all’una e venticinque di notte.
UN GIORNO IN BULGARIA
Il Sofia Catania però è a distanza di quasi 24 ore, giusto il tempo di visitare una delle più belle città europee. Il 23 dicembre quindi, alle 20.20 Fortunato (dopo aver dormito in un ostello o in una panchina a Sofia, giacchè chi vola a 55 euro certo non può dormire in un 5 Stelle altrimenti non cercherebbe un low cost) per atterrare a Catania alle 21, 20. Forse….Già perché la compagnia area avvisa che spesso proprio quel volo che vuol prendere Fortunato (il Sofia-Catania) è SPESSO in ritardo di 30 minuti. Cosa volete che siano 30 minuti in confronto all’eternità o persino ad un rientro per le feste che inizia il 22 e finisce all’alba del 24.
GLI EXTRA…..
Sempre la compagnia aerea avvisa che il bagaglio a mano si paga extra e che lo spazio per le gambe è inferiore alla media. Fortunato si misura le gambe e pensa che sì, in fondo, è un siciliano di origine araba e non normanna, e quei centimetri in meno che lo hanno fatto soffrire quando da piccolo voleva giocare a basket ora gli vengono comodi. Così chiama i genitori e dice: “Mamma ho preso l’aereo per Natale a soli 55 euro, ma fa scalo a Sofia”.
9 COSE DA FARE A SOFIA
Mentre parla al telefono c’è già l’algoritmo che nel computer gli indica persino le 9 cose da fare a Sofia e le 2 da non fare (tipo prenotare un volo che fa il giro del mondo prima di atterrare in Sicilia). Perché si sa, l’algoritmo è più furbo di tutti i governi e di tutte le pratiche anti-monopolio possibile. E poi diciamolo, vuoi mettere Sofia immersa nell’atmosfera natalizia?
UN GALBANINO CI SALVERA’
L’alternativa ai 300 euro (di andata e 300 di ritorno) è il treno-carro bestiame, ma già l’11 novembre anche Rfi si è fatta furba e le tariffe sono alle stelle. Resta il Flixbus o il Galbanino nella speranza che anche quest’anno l’azienda decida di rimetterlo in pista.
LA MAMMA DI FORTUNATO
Mentre Fortunato si chiede “ma io che diamine ci vado a fare a Sofia il 22 dicembre che mi costa pure un occhio della testa e non conosco la lingua” irrompe l’ira della mamma con la frase tipica che TUTTE le famiglie siciliane con figli oltre lo Stretto conoscono A MEMORIA: “Fin quando io sono viva tu non devi fare sacrifici, a costo di vendermi un rene e giocarmi la tredicesima tu torni con l’aereo di linea e a Natale mangiamo pane e cipolle”.
La frase è più o meno questa, varia l’intonazione dialettale, il menù dietetico di Natale, l’organo da vendere al mercato nero e il genitore che la pronuncia.
Comunque “fin quando siamo vivi io e tuo padre” è la frase definitiva che mette fine a qualsiasi velleità ed è frase che le compagnie aeree e gli algoritmi del mondo conoscono benissimo. Da ieri hanno aggiunto alla frase “fin quando siamo vivi io e tuo padre” anche “e il governo regionale paga il di più”, così possono continuare a far lievitare i costi a piacimento e considerare extra lo spazio per le gambe, l’aria che respiri e se vuoi stare seduto o in piedi.
Finisce così la puntata della saga “caro voli e come evitarli”. In fondo la vera continuità territoriale in Sicilia la fanno mamma e papà.