Verrebbe da dire “fine lavori mai”, e nella città del viadotto Ritiro (che quest’anno “festeggia” il dodicesimo compleanno di disagi), rischia di diventare quasi un’abitudine. Eppure, quel nuovo Pronto soccorso del Policlinico, inserito e finanziato tra le opere volute in piena emergenza covid e quindi da completare in tempi brevissimi, è finito nell’elenco dei flop. Tutto questo mentre sia il direttore generale dell’azienda ospedaliera Giampiero Bonaccorsi che il rettore dell’Università Salvatore Cuzzocrea, protestano ad ogni piè sospinto con la Regione. Ad ogni protesta si rivedono gli operai (pochi) nel cantiere. Poi spariscono o diventano ancora più rari, oppure il cantiere si ferma di nuovo. Nel frattempo oltre a raddoppiare i tempi di consegna (se mai ci sarà) sono lievitati i costi, dai 4 milioni iniziali ai quasi 7 di oggi. E se nel 2020 si disse che il nuovo Pronto soccorso sarebbe stato consegnato in pochi mesi adesso è già tanto se lo sarà a gennaio 2024.
I vertici del Policlinico non hanno competenza sull’appalto e come ha dichiarato lo stesso Cuzzocrea “lavori infiniti e fermi senza che noi, che siamo i padroni di casa, possiamo dare una data. La competenza è della Regione ed ormai mi trovo anche su questo fronte a combattere da solo”. Lo ha ribadito anche Bonaccorsi: “La gestione del cantiere è del soggetto attuatore esterno, entrando qui vedete tutti quel che vedo io e purtroppo temo che il Pronto soccorso non sarà riaperto neanche nei prossimi mesi”.
Ad aprile l’apertura era stata posticipata dalla Regione di altri sette mesi ma anche oggi è evidente che sarà impossibile. Lo stop appare a lungo termine e ancora oggi i pazienti si rivolgono al padiglione C.