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Fronte del porto

Messina: la riviera del Ringo non è il selvaggio west. Forse…..CLICCA PER LE FOTO

giovedì 8 Dicembre 2022
Menzoiunnale, il vento da sud, l’ostro, 15 nodi con il mare appalummatu da un’onda corta, veloce e innocua.
A parte il freddo e gli spruzzi, me la godo guardando le canne e le lenze innescate con l’alaccia pronte a catturare palamiti voraci che in questo periodo affollano il mare lungo costa nello stretto, mi piace pescarli e mi piace sfilettarli appena pescati per un rapido spuntino di pesce crudo, succulento e delicato.
Dal traverso della lanterna scarroccio lentamente verso nord mentre tengo la prua ferma mantenendo un’andatura adatta a tenere l’esca viva; rifletto sulla bellezza straordinaria della Lanterna del Montorsoli, un gigante che accompagna ancora oggi chi naviga tra i capricci della corrente proteggendo navi ed equipaggi, fedele alla sua funzione da cinque secoli. La guardo scadere di poppa e inquadro adesso tutta la fortificazione fino alla stele della Madonnina, una meraviglia che mi sorprende sempre, quanto splendore!
La lenza sottovento sulla dritta scorre improvvisamente e il cicalino del Penn conferma che la preda all’amo vuole combattere, sfilo la canna e accosto piano togliendo manetta, mi sistemo per iniziare a recuperare e stringo la frizione rallentando lo svolgersi del filo dal tamburo; stimo un pesce da 3 chili e dopo pochi minuti intravedo un palamito a portata di coppo, lo raccolgo e dopo averlo slamato lo metto nella ghiacciaia. Soddisfatto, armo la canna e faccio filare lenza ed amo innescato in acqua.
Rialzo lo sguardo e mi ritrovo sulla rotta delle navi che arrivano e partono dalla rada San Francesco, basta distrarsi pochi minuti e la corrente e il vento ti portano da un’altra parte.
Vedo la chiesa di Gesù e della Madonna del Buonviaggio, il borgo del Ringo e la spiaggia , un altro esempio dei fasti di una città nobile e ricca i cui ricordi residui sono stati inglobati in un disordine fatto di costruzioni figlie della speculazione edilizia e di degrado diffuso. Ancora il bello alternato alla munnizza, monumenti e arte versus baracche erette sulla battigia tra barche abbandonate, verricelli abusivi e rifiuti di ogni tipo; latte di pittura, filtri olio dismessi, carrelli e imbarcazioni, un vero porto a secco abusivo che nega la fruizione di quella che potrebbe essere la spiaggia urbana . Gli anziani come me ricordano che qui c’erano gli stabilimenti balneari più belli della riviera, e se una parte continua ad essere occupata dalle invasature dei traghetti, dalla via Brasile verso nord il litorale potrebbe da subito essere pulito, riqualificato e attrezzato come una “Barceloneta” de noialtri, anziché lasciato alla barbarie colpevole di chi amministra e di quella altrettanto indegna di chi la deturpa e la inzozza.
Un altro capitolo dell’inefficacia di un sistema normativo inadeguato che affida le competenze gestionali di questo territorio ad una Autorità portuale che continua ad occuparsi di ambiti urbani, di spiagge, di passeggiate, di lungomari.
Anzi, che non se ne occupa proprio!
E di nuovo ripenso ai proclami: “stiamo facendo, stiamo programmando, stiamo progettando”… un’ altra cosa che finisce nel capitolo del progetto Boccetta-Annunziata, la cui redazione verrà affidata a seguito di un concorso internazionale di cui non si ha più notizia (come altre mille cose annunciate e mai iniziate) con tempi che possiamo immaginare .
Ma nel frattempo è così complicato fare ordine e pulizia? Basterebbe sgombrare gli abusivi o metterli nelle condizioni di regolarizzare l’occupazione del demanio, facendo così un censimento delle barche e dei proprietari, incassando i canoni che permetterebbero di fornire servizi, fare una bonifica dei rifiuti tossici e pericolosi abbandonati e in ultimo sbaraccare tutte le strutture erette in barba a qualsiasi norma.
Ma nessuno degli organi di controllo ha esplorato questi luoghi? L’Arpa, i nuclei di tutela ambientale delle forze dell’ordine? I vigili Urbani? La Capitaneria?
Siamo tutti un po’ delusi perché dopo più di tre anni dall’istituzione dell’Adsp dello Stretto non si è mosso più nulla, in questo lasso di tempo si sarebbe potuto fare tantissimo impegnando poche risorse e facendo semplicemente cose utili e di immediata realizzazione, restituendo decoro e dignità a tratti così pregiati del nostro affaccio a mare. Non ci sono alibi nemmeno per blocchi burocratici e amministrativi. Dietro le istituzioni ci sono le persone e le loro responsabilità!
Chissà forse se ne accorgerà il Sindaco, insediato da poco, che speriamo voglia mettere subito mano ad una rapida riappropriazione di tutto il patrimonio paesaggistico e ambientale, a vantaggio dei cittadini .
Questo non è il wild far west di Gringo, è la riviera del Ringo!
Questo sceriffo straniero è proprio fuori dal mondo e dal tempo.
La canna suona di nuovo, il cicalino urla e la lenza scorre, segno che c’è un altro palamito allamato!
Rifaccio la stessa manovra e lo salpo a bordo, che soddisfazione!
Alleggerito dalle amare riflessioni, metto avanti e rifaccio il giro.
Mi allontano dal Ringo, vista da lontano questa riviera è bellissima come tutto il resto basta non guardare da vicino e non pensare a chi può e non fa.
Placido Sauro
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