“Se vince Musumeci, vincono la Lega di Salvini e una coalizione di centrodestra piena di grumi e vecchi poteri, con liste davvero impresentabili. La Sicilia tornerà nel caos e si metterà una ipoteca importante anche sulle elezioni politiche”. Così il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione siciliana, Fabrizio Micari, parlando al Forum dell’ANSA.
“Il centrodestra è una accozzaglia, una armata Brancaleone che Musumeci non controlla. Prima ha detto che non controllava le liste di Forza Italia, poi non controllava le liste di #Diventeràbellissima, dove anche qui ci sono nomi delicati: c’è persino chi va in comizio a Catania a inneggiare alle famiglie mafiose”.
Sull’eventuale vittoria in Sicilia del centrodestra o del M5s per Fabrizio Micari, che comunque è fiducioso in un risultato positivo del centrosinistra, peserà “l’operazione gestita a Roma” che ha fatto naufragare il ‘campo largo’. “Sono stati i vertici romani di Mdp a non volere l’intesa, nonostante i dirigenti locali fossero stati i primi a convergere sul mio nome. È stata una prova di forza quella di Mdp per contarsi – ha aggiunto – Tutto questo è stato fatto sulla pelle dei siciliani, questa prova muscolare ha messo a rischio la possibilità per il centrosinistra di farcela e di conseguenza consegnare la Sicilia a Musumeci o Cancelleri. Perché se teniamo conto dei sondaggi, sommando le percentuali che mi vengono attribuite con quelle che vengono date a Fava il pronostico è vicino a quello di Musumeci e Cancelleri“.
“Un sondaggio che non tiene conto delle liste dei candidati non serve a nulla, se non a drogare il sistema. Questi sondaggi non sono coerenti col meccanismo di voto in Sicilia, legato alle forze locali”.
Poi Micari rivela il retroscena che lo ha portato a candidarsi. Pesa il veto del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando: “Dopo che fallì il tentativo di coinvolgere il presidente Piero Grasso, a fine luglio Leoluca Orlando, col quale ho sempre avuto un rapporto eccellente, mi telefonò invitandomi a Villa Niscemi. Mi chiese un consiglio fraterno nella ricerca di un simil-Grasso. Poi mi chiese: ‘Te la sentiresti?’ Dal primo momento ho vissuto questa candidatura come la prosecuzione del lavoro fatto all’Università per il futuro dei giovani, pensando che l’ingresso nella stanza dei bottoni può essere utile”.
E in caso di sconfitta, alla domanda sul suo eventuale impegno in politica, Micari ha risposto: “La mia vita è all’Università”.
Sul candidato grillino Micari dice che “Cancelleri è di una approssimazione enorme, questo è il pericolo che corre la Sicilia da un’eventuale vittoria del M5s. L’ho constatato in diversi confronti che abbiamo avuto in questa campagna elettorale: plasma a suo piacimento la definizione di Pmi (Piccole e medie imprese), regolata invece da precisi parametri europei, ed è convinto che la Regione può gestire la tempistica dei programmi comunitari: la programmazione 2014-2020, secondo lui, potrebbe partire dal 2018 e arrivare al 2025. Del resto, Cancelleri ha indicato un barista come assessore alle Infrastrutture“.