Nella smorfia napoletana “la paura fa 90”. Con il cambio rotta del governo nazionale oramai colorato di giallo-rosso, Nello Musumeci in Sicilia chiama a raccolta i capigruppo di maggioranza di Palazzo dei Normanni in un noto ristorante di Piazza Magione, a Palermo.
La parola d’ordine è: “fare squadra” e cercare di fronteggiare l’opposizione del Pd e del Movimento 5 stelle, qui in Sicilia. I due gruppi parlamentari potrebbero creare seri problemi al governo di centrodestra attraverso la loro opposizione e il loro massiccio numero di deputati, ossia 30.
La stentata maggioranza fedele al Presidente della Regione Siciliana, teme in primis che la riforma dei rifiuti possa essere “cassata” proprio dai due partiti che, dopo le vicissitudini politiche romane, è probabile che tenderanno a una convergenza attraverso un fronte comune e unitario. I segnali di queste ore vanno in questa direzione.
Il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, ieri presente alla cena di vertice, questo lo sa. Come lo sa il governatore che ieri sera ha cercato di far riflettere i capigruppo sull’urgenza di chiudere in Aula la parentesi del “Collegato”, testo ridotto a circa 50 emendamenti rispetto al doppio degli stessi, presenti nella prima stesura. Stando alle parole di alcuni esponenti del centrodestra presenti al vertice palermitano, il clima è stato molto sereno e partecipativo.
Insomma pare proprio che, accantonata al momento l’ipotesi del governatore Musumeci di avvicinarsi al partito di Matteo Salvini, che sino a qualche settimana era forza “imponente” del governo romano, ecco che la strada pare si stia spianando per iniziare a lavorare ad un centrodestra unitario, insieme alle forze politiche siciliane rappresentate all’Ars. Ieri, durante il vertice si è parlato anche di rimpasto della Giunta. Come è già ben noto il governatore ha enunciato che ha in in mente due nomi papabili di cui uno potrà sostituire, l’ex assessore Tusa ai beni culturali.
Presenti alla cena, oltre ai due presidenti della Regione e dell’Ars, i capigruppo delle forze di centrodestra Alessandro Aricò (Diventerà Bellissima). Eleonora Lo Curto (Udc), Antonio Catalfamo (Fratelli di Italia); Carmelo Pullara (Popolari in Sicilia); Luigi Genovese per “Ora Sicilia” e il vicepresidente dell’Ars, Giovanni Di Mauro.
“Un rimpasto in qualche maniera ad oggi si poteva immaginare. Prima o poi bisognerà farlo. Ci sono troppi catanesi in questo governo come dico da tempo. E’ chiaro che ci sono delle province scoperte all’interno degli assessorati di questo governo. Qualche cosa bisognerà farla. La mia questione non è politica ma prettamente di territorio”. Racconta il Sicilia.it, Gianfranco Miccichè.
Differenti le parole del capogruppo di ‘Ora Sicilia”, Luigi Genovese a IlSicilia.it. “Abbiamo inaugurato una stagione di dialogo per dettare la linea politica governativa in Sicilia. Il rimpasto sarà fatto a metà legislatura stando alle parole di Musumeci. Con questo governo e questi assessori non è al momento possibile un cambio di poltrone”.