Ci sono scrittori, registi, attori, giornalisti, intellettuali, tra i 200 firmatari del “manifesto” per salvare la bellezza dello Stretto di Messina. L’appello affinchè lo Stretto diventi patrimonio dell’Unesco per la sua unicità paesaggistica, geologica e geomoforlogica è stato lanciato dall’ex assessore regionale ai Beni culturali Fabio Granata (presidente dell’associazione Articolo 9) dalla scrittrice Nadia Terranova e da Gianfranco Zanna di Legambiente.
IL NO DEGLI ARTISTI
Tra i 200 firmatari ci sono Stefania Auci, Mario Falcone, Roberto Andò, Ferdinando Scianna, Benedetta Tobagi, Catena Fiorello, Sandro Veronesi, Lorenzo Colapesce, Ninni Bruschetta, Mario Venuti, Francesco Scianna, Levante, Viola Ardone, Michele Ainis, Lelio Bonaccorso, Emma Dante, Roberto Alajmo, Michela Marzano, Vicky e Costanza Di Quattro, Elvira Seminara, Christian Bisceglia, Ottavio Navarra, Francesco Calogero, Maurizio Marchetti, Giovanni Renzo. Nomi di primo piano nel mondo artistico, culturale e intellettuale.
L’APPELLO
“Lo Stretto di Messina deve essere subito inserito nella World Heritage List Unesco come Patrimonio ambientale, paesaggistico, geologico e geomorfologico dell’Umanità- è l’appello– La Convenzione UNESCO per il Patrimonio Mondiale stabilisce che beni culturali e naturali siti in varie parti del mondo e d’importanza universale debbano essere conservati quali patrimonio di tutta l’umanità. Lo Stretto deve essere iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale per la sua bellezza e unicità paesaggistica, geologica e geomorfologica. L’inserimento costituirà un riconoscimento straordinario che implica un forte impegno e responsabilità in merito alla protezione di questo Luogo dell’Anima e del Mito”.
SALVARE LA BELLEZZA
E’ un manifesto per salvare la bellezza dello Stretto “da assurdi e fantasiosi progetti, finalizzati solo all’ulteriore sperpero di risorse pubbliche che vanno invece utilizzate per una valorizzazione reale del territorio anziché per la sua devastazione, rilanciando davvero l’area tra la Sicilia e la Calabria.
CROCEVIA DI CIVILTA’
Nel documento viene ricordata l’unicità dello Stretto e il suo valore storico e mitologico in quanto crocevia di civiltà portatrici di storie e di leggende, da Omero alla letteratura contemporanea protagonista di poemi e racconti, nonché soggetto amato da pittori, fotografi e artisti di ogni epoca. In sintesi luogo di cultura e di fatica umana, di lavori e mestieri tradizionali e di ricerca che hanno a che fare con la sua particolarissima fauna. “L‘iscrizione nella World Heritage List dell’Unesco eviterebbe sia che un ponte sullo Stretto mortifichi queste potenzialità sia che si continui a trovare un propagandistico alibi per non affrontare i problemi e i limiti drammatici che tra la Sicilia e la Calabria restano immutati e irrisolti da sempre”.
IL PONTE-CARROZZONE
Per Fabio Granata è molto grave proporre di devastare un tessuto urbano già compromesso e per di più con un’opera inutile e irrealizzabile. “Una proposta arrogante finalizzata solo a tenere in vita e rilanciare un enorme carrozzone clientelare e propagandistico – scrive – La utela dello Stretto e la promozione di un Modello per la sua Area, supera gli steccati politici e fa incontrare le persone ben al di là delle appartenenze di schieramento, nel nome della ragionevolezza. Il sostegno “ideologico” al Ponte sembra invece esser diventata l’unica idea per il sud di chi non ha mai avuto una sola idea per il Sud. Chi si illude di trovare consenso su questa autentica truffa del Ponte sarà smentito e fermato“.
Granata invita poi Meloni a “togliere” il giocattolo in mano a Salvini prima che si tramuti nell’ennesima incompiuta