La linea minima di depurazione, pari a circa il 60 o 70 %, è stata attivata martedì scorso. Dopo circa 15 anni, Lampedusa ha un impianto, connesso al sistema di collettamento e sollevamento finale dei liquami, a norma che fra ottobre e novembre arriverà a depurare il 100 per cento, ma anche una condotta sottomarina che scarica a circa 300 metri di distanza dalla costa.
“Abbiamo lavorato anima e corpo per poter raggiungere questo obiettivo che è fondamentale per lo sviluppo ecosostenibile del nostro territorio e che arriva dopo un anno dal nostro insediamento“, ha detto il sindaco delle Pelagie, Filippo Mannino, mentre si prepara all’inaugurazione del depuratore. Il vecchio depuratore di Lampedusa è fuori uso dal 2012. Il depuratore nuovo, costato circa 300 milioni di fondi europei, fino ad ora non era mai entrato in servizio. L’impianto era sotto sequestro giudiziario dall’aprile del 2018 quando in 13, fra cui l’allora sindaco Salvatore Martello, l’ex Giusi Nicolini e due funzionari regionali, ricevettero, dalla Procura di Agrigento, un avviso di garanzia. Le ipotesi di reato allora contestate furono: inquinamento ambientale per la zona di Cavallo Bianco dove sorge l’impianto, falso, truffa, omissione di atti d’ufficio e frode in pubbliche forniture. All’inizio dell’anno, il Comune ha ottenuto l’autorizzazione allo scarico dei reflui fognari nel nuovo depuratore.
“Ci siamo battuti per ottenere il dissequestro del depuratore e la ripresa dei lavori – ha concluso Mannino – Anche se arriveremo al 100% della depurazione fra ottobre e novembre, questo è un risultato storico per lo sviluppo di questa isola nel pieno rispetto del suo incantevole ambiente“.