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Un piatto per l'estate

Crudités di pesce: il mare in bocca

martedì 25 Giugno 2024

Ogni nazione, dalla Turchia alla Spagna, dalla Grecia all’Italia, per non parlare del Giappone, che ne sembrerebbe l’apripista, ha le sue ricette tradizionali con, alla base, le crudités di pesce. Noi, però, vogliamo sfatare un mito, non ce l’abbiano i nipponici, (d’altronde, che colpa abbiamo se siamo eredi del “grosso grasso patrimonio siculo” in tutti i campi dello scibile) e affermare convintamente che le famose crudités sono, da sempre, una delle tipicità culinarie della nostra Isola.

In un mondo in cui a dominare è il sushi, forse vi stupirà sapere che molti giapponesi intraprendono viaggi studio nel nostro meridione, isole compresissime, con il chiaro obiettivo di imparare le antiche tecniche tradizionali per aumentare la qualità delle proprie preparazioni.

Ma chi l’avrebbe mai detto? La nostra speranza è che non abbiate pensato questo, perché vi risponderemmo piccati che, se solo usaste di più la vostra “jugeote”, la cosa non dovrebbe apparire così strana, visto che i nostri pescatori da secoli hanno l’abitudine di consumare pesce crudo.

Dal tonno al pesce spada, dalle alici ai gamberi marinati, dalle ostriche ai fasolari,  dai cannolicchi ai ricci c’è, infatti, l’imbarazzo della scelta. Oggi vogliamo omaggiare: “Sua Maestà il gambero rosso”, anziu iammaru russu” di Mazara del Vallo che, da sempre, è alla base dell’economia locale. Il suo gusto intenso lo rende perfetto per essere consumato crudo e, aggiungiamo, che sarebbe una eresia sottoporlo a cotture lunghe. Eccovi una ricetta facile facile per le sere d’estate.

Ingredienti

  • gamberi rossi di Mazara
  • limoni
  • arance
  • olio EVO
  • sale q.b. (anche niente per chi volesse gustarlo in purezza)
  • pepe q.b.
  • prezzemolo

Procedimento

  1. Sciacquate i gamberi, puliteli bene, eliminate sia il carapace che il filo intestinale, lasciando la testa.
  2. Disponeteli in un piatto di portata e condite con olio Evo, succo e scorza di limone e d’arancia, sale e pepe.
  3. Lasciateli marinare in frigo, coperti con pellicola trasparente, da 20 minuti a crescere, a seconda dei vostri gusti.
  4. Trascorso il tempo canonico, aggiungete solo il succo di mezzo limone e servite.

Nella vita normale, “semplicità” è sinonimo di “facile da fare“, ma quando un cuoco usa questa parola, significa “ci vuole una vita per imparare”. (Bill Buford- editorialista del New Yorker).

Viva l’estate e i piatti da consumare, nonostante la calura, a tutte le ore.

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