Oggi, al centro dell’articolo, c’è la “Pasta con i tenerumi”, pietanza estiva, pur essendo una minestra, che è tra le preferite del commissario Montalbano. Fa parte del cosiddetto “cibo del conforto“, perché permette ai nostri sensi di compiere un meraviglioso viaggio fino alle nostre radici, catapultandoci nella nostra infanzia, ed è un piatto povero della tradizione contadina siciliana, conosciuta come “cucina di sopravvivenza” che, nei periodi di povertà, portava a far tesoro di ogni parte commestibile della pianta.
Con il termine “Tenerumi” noi siciliani indichiamo le foglie della zucchina, nota come “zucchina lunga” o “zucca serpente di Sicilia”, (così chiamata perché nella coltivazione libera sul terreno si ricurva, prendendo la tipica forma di un serpentello), ma è nota, anche, come cucuzza longa, cucozza, cucuzzella, zucca verde, lagenaria da pergola, zucchina d’acqua. La sua caratteristica è quella di avere una polpa molto tenera e porosa ed è preferibile, quindi, mangiarla quando è ancora giovane (40 cm. di lunghezza circa) perché, crescendo, rischia di diventare fibrosa e riempirsi, al suo interno, di semi. Molto apprezzata per le sue qualità rinfrescanti e diuretiche, le sue prime tracce risalgono a ritrovamenti datati oltre 7000 anni a.C., tanto che pare sia stata la prima specie di zucca conosciuta al mondo, coltivata dai Fenici, usata in India e in Africa per la realizzazione di strumenti musicali. Adesso, però, è arrivato il momento di cucinare. Siete pronti?
- 300 gr. di spaghetti spezzettati (la quantità dipende dal vostro essere buone forchette)
- 4 mazzetti di tenerumi (di cui si mettono solo le cime)
- picchi pacchi (aglio, olio, pomodori pelati)
- sale q.b.
- Olio Evo a tinchitè
Procedimento