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L'intervista

Mega, presidente Autorità dello Stretto: “Ho trovato macerie ma ho restituito dignità all’ente”

lunedì 14 Novembre 2022

Io qui ho trovato macerie, in tre anni ho fatto quello che non era stato fatto prima. Ho restituito dignità all’Autorità Portuale e nei prossimi anni si raccoglieranno i frutti. Certo, so che a molti non vado a genio, ma i messinesi hanno capito e apprezzato. C’è chi mi scrive, chi mi ferma per strada”. Mario Mega, presidente dell’Autorità portuale di sistema dello Stretto  fa il punto sullo stato dei fatti, dal deposito di gas liquefatto a Pistinunina, all’ex Fiera, passando per la zona falcata, il terminal crociere e le vicende sull’altra sponda, con il porto a sud di Villa San Giovanni.

Spesso al centro di polemiche, alla vigilia dell’ultimo anno di mandato, guarda al suo futuro con l’Authority con ottimismo: “se verrà valutato il mio lavoro io sono a disposizione”. Voluto dal M5S alla guida della neo costituita Autorità dello Stretto (vera e propria conquista messinese a fronte di una riforma che penalizzava il territorio), osteggiato dall’allora presidente Musumeci “ma sul piano istituzionale abbiamo sempre collaborato”, il suo futuro è in mano al nuovo governo di centrodestra e il problema saranno i venti di guerra che non soffiano a suo favore. Lui tira dritto, spiega cosa ha fatto e a chi gli contesta di essere un uomo solo al comando replica che quello è il suo ruolo disegnato dalla riforma delle vecchie autorità portuali diventate Autorità di sistema.

Ma andiamo per ordine.

Il caso del deposito di GNL a Pistunina potrebbe “sgonfiarsi” da solo. Scoppiato in piena campagna elettorale per le amministrative è diventato il pomo della discordia, vedendo tutti i candidati sindaco contro, tranne Franco De Domenico che ha detto un mezzo “sì ma” per non mettere in imbarazzo i suoi alleati pentastellati. Tutto è nato con la manifestazione d’interesse bandita dall’AP per approfittare di 30 milioni di euro nell’ambito del PNRR. L’area individuata per realizzare un deposito di gas naturale liquefatto, in realtà quella “meno a rischio”, si trova a Pistunina, ipotesi che nel volgere di pochi giorni ha scatenato la reazione dei residenti con un atto extragiudiziale e dei candidati sindaco. Posizione ribadita da Federico Basile subito dopo l’elezione. Alla manifestazione d’interesse ha risposto l’Edison che successivamente alle polemiche, su richiesta dell’AP ha presentato ltre proposte migliorative per limitare l’impatto sull’ambiente.

La commissione interna ha chiesto ad Edison d’integrare i correttivi per capire meglio l’idea progettuale- spiega Mega– Ribadisco che noi avevamo messo a bando uno studio non un progetto. Inoltre da aprile ad oggi le cose sono cambiate”. Nel frattempo infatti il rigassificatore di Gioia Tauro sarà riattivato con la conseguenza che le navi che avranno bisogno di rifornirsi potranno agevolmente farlo lì. A questo punto un deposito di GNL a Messina diventerebbe non necessario.

Mi consulterò con il Ministero. La necessità per navi e aliscafi è che ci sia un deposito di GNL, non importa se qui o in area vicina. Certo devo prendere una decisione prima di fine anno, perché non vorrei perdere quei 30 milioni messi a disposizione con il PNRR. L’Edison è stata sollecitata a fornirci le integrazioni, ancora non l’ha fatto, non ne conosciamo il motivo, ma è evidente che è collegato a quanto si sta decidendo a Gioia Tauro”.

Più che probabile quindi che a disinnescare l’ordigno “deposito GNL” saranno accadimenti esterni, come appunto le decisioni dell’AP di Gioia Tauro e della Regione Calabria.

Passiamo alla telenovela ex Fiera. In questo caso i tempi sono lunghi e la situazione è molto ingarbugliata. La cittadella fieristica dopo le demolizioni allo stato attuale sembra Beirut e i contenziosi tra le imprese aggiudicatarie degli appalti finiti tra Tar e Cga, le rinunce collegate alla crisi e agli aumenti dei prezzi, le diverse posizioni assunte da Mega rispetto al futuro dello stabile, hanno restituito un quadro di estrema precarietà all’area. Per mezzo secolo c’è stato un “muro” tra Messina e il mare, quello costituito dalla cittadella fieristica, che i messinesi fruivano poco meno di un mese l’anno salvo eventi particolari e specializzati. Con la demolizione dell’ex Teatro in Fiera la città ha riscoperto l’orizzonte. L’appalto originario prevedeva la ricostruzione del teatro “in loco”, l’AP ha dapprima seguito l’ipotesi poi anche sulla scorta di un vivace dibattito cittadino ha cambiato idea.

Frattanto ogni mossa è congelata e le macerie restano lì dove sono, l’AP ha emesso un concorso di progettazione per l’area dal Boccetta all’Annunziata che richiederà tempi lunghi anche perché le fasi di progettazione saranno successive. Da subito si può intervenire solo sulla sistemazione della parte a ridosso del mare, il prolungamento della passeggiata a mare. Ma anche in questo caso siamo alla fase progettuale.

Mega rivendica la scelta d’aver rimesso tutto al dibattito cittadino.

Stiamo già lavorando al progetto per riqualificare la parte a mare fino al serpentone per consentire a chi parteciperà al concorso di progettazione di capire che tipo di idea abbiamo, non andare in modo difforme, sono 500 metri di affaccio a mare e non sono lavori invasivi. Per coprire la parte delle macerie  metteremo dei pannellati fotografici che copriranno i fabbricati demoliti. Sia chiaro, noi lavoriamo con il Comune, non siamo contro il Comune”.

A questo punto gli uffici (attualmente presi in locazione) dovranno avere altra destinazione che Mega ha individuato nella zona falcata dove immagina una vera e propria cittadella portuale da realizzare ex novo.

Sarà la casa della portualità- spiega Mega– Ci saranno uffici, spazi da destinare agli operatori portuali che avranno una sede di rappresentanza, potremmo realizzare una sala congressi, ci saranno parcheggi e si potranno realizzare eventi. Abbiamo già le autorizzazioni a rimuovere gli inquinanti e le parti primarie e secondarie con i 20 milioni stanziati dal governo Draghi grazie a Matilde Siracusano. Poi c’è un relitto in mare, residui di cantieristica. Si è perso molto tempo perché mancavano studi meteomarini”.

Sulla Metropolitana del mare ha chiesto di conoscere bene i dettagli del funzionamento del servizio ed i costi, che non saranno di poco conto e sottolinea come prima di ogni altro volo pindarico occorra uno studio di fattibilità.

Anche il terminal per le navi da crociere è incappato nel tunnel dei contenziosi al Tar. Fuori gioco la prima e la seconda impresa classificata, la terza ha detto sì ma ha aumentato i costi (causa incrementi prezzi delle materie prime) e l’AP ha annullato la gara. “Adesso abbiamo deciso di passare da una gara, quella precedente, riservata alla sola realizzazione del terminale a quella nuova che prevede sia la costruzione che la gestione e riguarda non solo il terminal di Messina ma anche quello di Reggio Calabria. Entro fine anno dovrebbe essere pronto lo studio di fattibilità”.

Sempre sull’altra sponda Mega punta molto sulla progettazione in stato avanzato per i lavori sulle banchine di Villa San Giovanni. Nel 2023 partirà la seconda gara della Regione Siciliana per i collegamenti da Reggio e Villa con le isole minori e non sarà più stagionale ma annuale e sarà potenziata. A Villa San Giovanni inoltre si sta lavorando per potenziare le banchine e aumentare il numero degli ormeggi e realizzare un collegamento diretto con la stazione ferroviaria anche per aiutare i viaggiatori che attualmente sono costretti a condizioni da terzo mondo.

A proposito del porto a sud di Villa San Giovanni ripeto che se prima non c’è un Piano regolatore portuale non posso farlo. Con il nuovo piano regolatore  tutti gli ormeggi saranno ribaltati nel nuovo porto che sarà alle spalle delle invasature ferroviarie con tanto di viabilità collegata per salvare Villa dai disagi. Non possiamo fare il porto se prima non c’è il Piano regolatore.”

Anche sull’altra sponda non sono mancate le polemiche sia da parte del consiglio comunale dirimpettaio che della giunta.

A Messina è finito spesso nel mirino degli operatori e di quanti non hanno condiviso le sue scelte, prese da “uomo solo al comando” e senza partecipazione con chi conosce territorio e realtà.

Da quando sono qui ho cercato di creare un’autorità di sistema che interpreta i compiti previsti dalla legge. E’ così in tutta Italia. Le Authority sono organi monocratici. A Messina non è stato gradito il cambio della governance perché prima nel Comitato di gestione c’erano insieme operatori portuali e istituzioni. Dopo la riforma devo interfacciarmi solo con le istituzioni, sindaci, presidenti di Regioni. Nelle altre realtà lo hanno accettato, qui no. E’ chiaro che io mi confronto con i privati ma non decidono loro le strategie. Ho trovato macerie. Io porto a compimento tutto quello che finora non era stato fatto, c’è un’attività di programmazione da fare paura, vorrei portare a compimento tutte queste cose. In 30 anni in fiera nessuno ha risolto nulla, io ci sto riuscendo in 4 anni e con tutti contro……qualcosa vorrà dire…..”

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