Il governo Meloni fa sul serio ed è pronto, con data 15 marzo 2023 il decreto legge che di fatto riattiva sia la Società Stretto di Messina, che l’intero percorso interrotto undici anni fa, ovviamente con modifiche ed integrazioni. Il testo dispone anche tempi, controlli e correttivi nonché il monitoraggio delle operazioni.
Nell’assetto societario sono considerati: Rfi, Anas, Regioni Siciliana e Calabria, e in misura non inferiore al 51% il Ministero Economia e Finanze che esercita la vigilanza tecnica e operativa e le funzioni d’indirizzo d’intesa con il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti.
Il Cda è composto da 5 membri (che comprendono presidente ed ad) dei quali vengono indicati sia i soggetti designatori che le remunerazioni. Anche il collegio sindacale è composto da 5 membri. La Stretto di Messina è una società in house e l’80% del fatturato è effettuato nello svolgimento dei compiti ad essa attribuiti dagli enti pubblici soci.
Il provvedimento indica anche i casi e le modalità per i quali è prevista la nomina di un commissario straordinario. Prevista la nomina da parte del Ministero alle Infrastrutture di un Comitato scientifico (autonomo e con specifiche competenze e compiti di consulenza tecnica) composto da 9 membri di altissima specializzazione.
Vengono poi regolati il rapporto di concessione e indicate le attività per la riattivazione delle attività di programmazione e progettazione dell’opera. Il progetto definitivo è quello del 2002 approvato nel 2011 e dovrà essere integrato da una relazione con una serie di prescrizioni, aggiornamenti e iter da seguire che si concluderà con una conferenza dei servizi indetta dal Ministero dei Trasporti ampliata alle amministrazioni dei territori coinvolti.
Il decreto interviene in merito anche alle valutazioni d’impatto ambientale ed alle necessarie valutazioni di ordine tecnico e scientifico e prevede norme specifiche per il rapporto con il contraente generale nonché disposizioni per i servizi di monitoraggio.
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