E’ stato tracciato oggi presso l’Assessorato al lavoro della Regione Siciliana il percorso istituzionale per scongiurare lo scorporamento del call center di Palermo del gruppo Almaviva e il suo passaggio di proprietà ad una società creata ad hoc, controllata sempre da Almaviva Contact. Un’operazione che sindacati e lavoratori vedono come il tentativo non troppo celato da parte dell’azienda di creare una bad company per abbandonare Palermo al suo destino.
L’azienda due giorni fa ha confermato le proprie intenzioni di voler procedere alla societarizzazione, ma è disposta a valutare altre alternative. All’incontro hanno preso parte il dirigente generale del Dipartimento Lavoro, Francesca Garoffolo, l’assessore comunale Giovanna Marano, i rappresentati dell’azienda e quelli delle organizzazioni sindacali. Tutti hanno concordato sulla possibilità di istituire tre tavoli di confronto al fine di creare le condizioni per migliorare la situazione occupazionale e la produttività del sito palermitano. Il prossimo incontro si terrà ai primi di maggio, subito dopo l’approvazione della finanziaria da parte dell’Ars.
Il primo tavolo, che è anche quello considerato strategico, riguarda principalmente le commesse. In particolare è stato chiesto all’azienda di conoscere i dettagli delle commesse attualmente lavorate a Palermo. Secondo le organizzazioni sindacali, infatti, i costi sono inferiori a quelli minimi stabiliti dalla legge. Per questo chiedono anche la partecipazione dei committenti. “Se la Regione non sarò in grado di farli sedere al tavolo con noi corriamo il rischio di fare un buco nell’acqua”, sottolinea Giuseppe Tumminia della Uilcom. “Ci sono contratti – aggiunge – non più sostenibili che vanno rinegoziati”.
Il secondo riguarda la definizione degli esuberi e la possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali, nonché la formazione per la riqualificazione del personale. Utilizzare lo strumento degli esodi incentivati e tutte le misure che la normativa mette a disposizione per attutire la fuoriuscita. Un tema che potrebbe essere superato nella misura in cui le parti riescano a trovare una convergenza sulla competitività e sulla produttività.
Entrambe sono l’oggetto del terzo tavolo, che ha il fine di individuare le opportunità che la Regione può mettere in campo per affidare ad Almaviva i servizi di settore di cui ha bisogno, ad esempio attraverso la piattaforma Consip.
Per Maurizio Rosso, della Slc Cgil, “bisogna affrontare le difficoltà investendo sui servizi di qualità, quelli che assicurano maggiore redditività all’impresa e più garanzie ai lavoratori. Per fare questo basterebbe rispettare l’accordo triennale che abbiamo firmato lo scorso anno. La competizione si fa sulla qualità investendo sulle competenze dei lavoratori e sull’erogazione di servizi ad alto valore aggiunto, attraverso l’utilizzo dell’innovazione tecnologica. Non si può continuare a giocare al ribasso. E’ una vergogna che diversi committenti continuino a chiedere sconti sul costo dei servizi”.