Chi ha visto “Il mio grosso grasso matrimonio greco” immagino che avrà amato il padre di Toula, Gus Portokalos, così convinto della superiorità ellenica da far derivare ogni parola, e di qualsiasi lingua, dal greco; io, come il genitore della protagonista, essendo convinta assertrice che tutto, o quasi tutto, nasca in Sicilia, voglio dimostrare che l’hamburger è figlio delle nostre polpette. Come? Partendo con la provocazione che i tedeschi, considerati i suoi inventori, venuti in Sicilia si innamorarono talmente tanto delle nostre polpette da provare a copiarle; ma non riuscendo a farle tonde, solo noi, infatti, siamo i “Giotto” della cucina, le schiacciarono, creando, appunto, l’Hamburger. Dopo questa suggestione siculocentrica, da “Grosso grasso patrimonio siculo”, andiamo alle origini dell’hamburger.
Nel XVIII secolo Amburgo era il porto più importante d’Europa e i marinai che facevano da spola tra il Vecchio Continente, l’Europa, e il Nuovo Mondo, si scambiavano ricette e tradizioni. E’ così che la “hamburg steak” divenne ben presto uno dei piatti più richiesti dai lupi di mare tedeschi in trasferta. Per attirarli lungo i porti della Grande Mela, iniziarono a spuntare, così, baracchini con “bistecca cucinata nello stile di Amburgo”. Una versione più particolareggiata racconta che sulle navi dell‘Hamburg Line venivano servite, per risparmiare tempo e denaro, polpette di carne cotte alla griglia e servite tra due fette di pane agli emigranti europei che, diretti in America, appena sbarcati continuarono a prepararle chiamandole hamburger steak e, poi, semplicemente hamburger.
Anni fa, la parlamentare Betty Brown avanzò una proposta di legge per ufficializzarne l’origine texana, provvedimento, però, che innescò una miccia. Il Connecticut, infatti, ne reclamò la paternità; il Kansas, a sua volta, affermò che l’inventore fosse un tale Walter Anderson di Wichita, il primo, tra il 1915 e il 1916, a standardizzare la cottura alla griglia delle polpette, servite con fette di pane dolce; in un articolo apparso sul New York Times, del 12 Gennaio 1974, si raccontò che la catena McDonald’s ne attribuisse la creazione a Fletcher Davis, che lo vendeva al St. Louis World’s Fair nel 1904; gli abitanti di Hamburg, città dello stato di New York, che ha preso il nome dalla omonima città tedesca, lo attribuì a Frank e Charles Manches e, per non farci mancare niente, una leggenda narra che i due fratelli, partecipando come venditori alla Erie County Fair, chiamata poi Buffalo Fair, nel 1885, avendo finito la salsiccia, iniziarono a usare carne di manzo.
Il Seymour Community Historical Society nel Wisconsin, affermò che fosse stato Charlie Nagreen, anche noto come “Hamburger Charlie”, ad inventarlo, quando appena quindicenne decise di farcire i panini con le meatballs, polpette di manzo, durante il Seymour Fair sempre del 1885, data che ritorna, con l’intento di offrire qualcosa da mangiare a chi visitava la fiera. L’ultima versione, la più accreditata, riporta che il primo hamburger sia stato opera di Oscar Weber Bilby di Tulsa, Oklahoma, nel 1891. Nell’aprile del 1995 il Dallas Morning News riportò che Tulsa aveva battuto il Texas come luogo natale della specialità e Michael Wallis, autore di “Route 66, The Mother Road“, proprio a Tulsa, sulle tracce del “miglior hamburger dello Stato”, iniziò la sua ricerca nel ristorante “Weber’s Root Beer Stand”, votato come il miglior burger place della città dal 1933. Lo scrittore scoprì che Oscar Weber Bilby era stata il primo a servire il vero hamburger negli Stati Uniti sul panino al latte fatto dalla moglie: era il “Forth of July” del 1891 e i Weber festeggiavano l’Indipendence Day.
Curiosità
- Il 28 maggio, in tutto il mondo, è l’Hamburger Day.
- Negli Stati Uniti e in Canada gli hamburger possono essere raggruppati in due diverse categorie: burger da fast food o da ristorante, generalmente serviti con lattuga, pomodoro, cipolle, sottaceti, insalata di cavolo e patatine fritte che accompagnano il piatto.
- Con “slider” ci si riferisce a un hamburger piccolo e quadrato, ricoperto di cipolle a pezzettini, che deve il suo nome, secondo alcuni, alle navi della marina statunitensi e, in particolare, al modo in cui i burger scivolavano, “slip“, sul grasso della griglia mentre si era in navigazione e, secondo altri, alle sue piccole dimensioni che permettevano di mandarlo giù in un solo boccone.
- Il primo ristorante americano a riportare l’Hamburger nel menù fu Delmonico’s a New York, che lo introdusse nel 1826.
- In Italia, invece, diventa un cult negli anni ’80 quando McDonald’s approda nel nostro paese scatenando la curiosità dei palati e riscontrando vendite di ben 34 milioni di panini annui.
- Si narra, anche, che i Mongoli, nel XIII secolo, avrebbero iniziato a preparare degli spuntini da tenere sotto la sella dei cavalli nel corso dei loro spostamenti. Questi snack erano a base di carne schiacciata e macinata, pronta da mangiare. Questa usanza venne diffusa da Khubilai Khan, il nipote di Genghis Khan, quando invase Mosca. L’uso di mangiare hamburger venne adottato dai russi che iniziarono a chiamare il piatto “bistecca tartara”. Nel XVII le navi russe arrivarono ad Amburgo, portando anche l’idea di questo piatto.
Andando alla ricetta del giorno, Oggi voglio proporvi l’hamburger alla pizzaiola: un secondo tanto gustoso quanto semplice da cucinare, che è una gioia per gli occhi e per il palato, amato tantissimo dai bambini. Per i più piccoli, ovviamente, nel piatto mettete il tipico panino morbido e soffice e le patatine fritte. Qualche adulto si potrebbe ribellare, dicendo: “Perché questo trattamento è solo per i bambini e non include pure gli adulti?” E io rispondo che, essendo inclusiva per natura, mi correggo, proponendo panino e patatine per tutti. Adesso, andiam andiam andiamo a cucinare.
Ingredienti per 4 persone:
- 4 Hamburger di manzo o di carne chianina
- 4 cucchiai di salsa di pomodoro
- 1 mozzarella
- olive nere
- origano
- olio extravergine d’oliva
- sale q.b
Procedimento:
1. Ponete gli Hamburger in una teglia con carta forno oliata
2. Su ciascuno versate un bel cucchiaio di salsa di pomodoro e condite con origano
3. Infornate a 180 gradi per 15 minuti circa e, a cottura quasi ultimata, aggiungete una fetta di mozzarella e un’oliva nera su ognuno.
Il vostro Hamburger alla pizzaiola aspetta solo di essere mangiato.